Intervista a cura di Roberto Orsi
Buongiorno Luce e grazie mille di essere con noi per questa intervista, ultima tappa di un bellissimo blog tour che ci ha permesso di conoscere meglio la storia raccontata nel tuo romanzo.
Permettimi, prima di iniziare l’intervista, di farti i complimenti per il libro che ho trovato molto interessante e avvincente. Una storia del tempo che fu, mi ha ricordato in alcuni frangenti una di quelle opere teatrali che raccontano la vita di paese, sconvolta da un delitto a cui nessuno riesce a dare una spiegazione.
Durante la lettura mi sono sorpreso più volte ad immaginare la rappresentazione sul palco, con le scene negli interni della villa degli Avellana e i protagonisti dediti intorno al tavolo con una tazza di caffè bollente tra le mani, mentre si cerca il colpevole dell’omicidio.
La tua scrittura è lineare e fluida e sei riuscita a caratterizzare molto bene i personaggi a cui ci si affeziona durante la lettura. Hai portato ai lettori una di quelle storie torbide di paese, come probabilmente ne sono avvenute migliaia nel corso dei secoli. Una storia per certi versi molto di impatto e di sensazione, molto attuale se vogliamo, ma senza trascendere nella descrizione, mantenendo un profilo delicato come il tocco della neve sul selciato. Una neve rossa che tutto ricopre.
Come mi hai detto in uno dei messaggi che ci siamo scambiati per la preparazione di questo blog tour, la storia che hai raccontato nel romanzo è ispirata a un fatto reale. Come ne sei venuta a conoscenza?
Durante gli studi ho lavorato come volontaria all’Archivio di stato di Salerno sui processi degli anni 1809-1816, e lì mi sono imbattuta in un fascicolo processuale per la richiesta di un’eredità. La storia mi ha appassionato subito, anche per una serie di risvolti che non anticipo per non spoilerare troppo. Fin da allora, ho sempre pensato di raccontare quella storia in un romanzo. Finalmente ho trovato il momento giusto per farlo.
Giunia è una ragazza sedicenne molto sveglia e arguta, che prende in mano la situazione, conducendo le “indagini” con un acume sorprendente. Anche Giunia è realmente esistita?
Non personalmente, ma sono esistite altre persone nella stessa situazione. Mi riferisco al passato e agli ideali di Giunia, che lei non ha mai voluto rinnegare. Il suo acume è stato affinato da anni di studio e lettura degli appunti del padre, un avvocato di nobile famiglia morto prima che lei nascesse, e dalla conoscenza del mondo e delle persone che le ha trasmesso sua madre. Ha avuto una vita dura e difficile ed è stata costretta a crescere in fretta, come molte altre ragazze della sua epoca.
Nella tua attività di archivista avrai letto tantissime storie interessanti del tempo passato, vorrei chiederti perché hai deciso di raccontare proprio questa?
Perché quello che era successo nel fascicolo processuale gridava ancora giustizia, dopo oltre due secoli, e perché mi affascinava l’idea di indagare tutto il male che poteva esserci dietro quella storia. Narrerò di altre storie tratte da documenti negli altri libri della serie, ma questa mi ha permesso di mettere in luce tutte le sfumature dei personaggi principali.
Gli “alberi della libertà”, di cui ci ha parlato il blog “La stamberga d’inchiostro” nella sua tappa, furono un simbolo della Rivoluzione Francese. Nel tuo romanzo Giunia è spesso etichettata in un’accezione negativa per essere nata da genitori uniti in matrimonio proprio sotto “l’albero della libertà”. Cosa ci puoi dire al riguardo?
“La figlia dell’albero fiorito”, così la chiamano. L’espressione deriva dal nome dato all’albero della libertà durante il rito matrimoniale, definito “fiorito” per la rima con “marito” e pieno di “foglie” per la rima con “moglie”. In pratica si trattava di quelli che oggi sono i matrimoni civili: un’unione sancita dallo stato (nel caso dei genitori di Giunia, la Repubblica Napoletana) senza nessun intervento dell’autorità religiosa. Per gli abitanti di Pietrafina, il paese immaginario in cui è ambientato il romanzo, questo equivale a essere una figlia illegittima.
Hai in programma di scrivere altri romanzi ispirati a fatti realmente accaduti nella tua Campania o in altre regioni d’Italia?
Sì, ci sono molte altre storie interessanti che vorrei raccontare. L’anno senza estate è il primo di una serie che avrà sempre Giunia come protagonista e come ambientazione principale la Costiera Amalfitana. E, magari, ci sarà anche spazio per rivedere i personaggi di Pietrafina che più hanno colpito i lettori. Ringrazio te, Thriller storici e dintorni, Septem Literary, La stamberga d’inchiostro, Amabili Letture e Leggimi nel pensiero per aver organizzato questo blog tour.
Grazie Luce per essere stata con noi! Chiudiamo questo #BlogTour dedicato al libro “L’anno senza estate” ringraziando tutti i blogger partecipanti!
Copertina flessibile
Editore: Triskell Edizioni (12 agosto 2019)
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8893125595
ISBN-13: 978-8893125598
Link d’acquisto cartaceo: L’anno senza estate
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