Nel mese di Novembre la nostra lettura condivisa sul gruppo “Thriller storici e dintorni” è stata “Mosaico – una storia veneziana” di Marco De Luca!
Grazie a tutti coloro che hanno partecipato con il solito entusiasmo! Di seguito i commenti a fine lettura!
Trama
Anno Domini 1583. Venezia è la città dei Dogi, la regina del Mediterraneo, centro nevralgico di tutti i commerci. Il capitano Iñacio Cortés, avventuriero portoghese, intraprendente e senza scrupoli, cercherà di farsi strada dai bassifondi della città di San Marco fino a raggiungere, forse, i vertici della piramide. Attraversando calli e sottoporteghi, districandosi tra intrighi e inganni, il portoghese verrà catapultato in una Spalato leggendaria, dove su suggerimento di un geniale ebreo, si è deciso di fare della città adriatica un fiorente scalo commerciale per favorire l’amicizia tra Venezia e i Turchi. Iñacio cadrà, si rialzerà e imparerà a proprie spese che nella vita ci sono tre tipi di persone: quelli che stanno fermi, quelli che muovono e quelli che sono mossi.
La vera protagonista di Mosaico è però la Serenissima Repubblica, e più ancora gli uomini e le donne che la animano come tessere di un mosaico: uomini di stato, cortigiane deliziose, sicari, avidi mercanti, nobili decaduti, eroi di guerra, corsari rinnegati e cospiratori visionari.
Arianna Capponi
Ho trovato la lettura di”Mosaico” molto scorrevole e il metodo di scrittura spumeggiante, dinamico e mai noioso. Le descrizioni molto pittoresche dei figuranti e degli ambienti sembrano quadretti dipinti da un pittore vedutista del ‘600 e le vicende dei molti protagonisti, diversi per estrazione sociale, personalità e provenienza geografica, popolano le scene intrecciandosi e componendo come in un mosaico, una rappresentazione dinamica della vita Veneziana di quel periodo. Inacio Cortés, perfettamente consapevole di essere alla mercé degli eventi e di chi al di sopra di lui ne decide le sorti, si sente come una pedina anzi come un pedone in una partita a scacchi, ma al di là di tutto, quello che lo motiva nelle sue scelte è sempre l’amore. Fanno da sfondo le vicende legate ai rapporti con i turchi che la Serenissima aveva in quel periodo, come una lama a doppio taglio, sia per mantenere rapporti di pace con il pericoloso alleato impero mussulmano, che per motivi economici e di scambi commerciali. Era comunque un’alleanza molto instabile e delicata, tanto che un malinteso, uno screzio, un incidente diplomatico o il gesto impulsivo da parte di un capitano veneziano che decide di non rispettare le regole previste dal trattato di pace e fa affondare una nave mercantile mussulmana, può far crollare in un baleno. Bello il finale…
Noelia Costa
Un romanzo davvero affascinante! Inizialmente non sono riuscita a calarmi appieno nella lettura, ma andando avanti è diventato più scorrevole.
Una storia davvero originale, da leggere tutto d’un fiato. Venezia oltre ad essere lo sfondo del romanzo, è anche un po’ protagonista. L’autore è riuscito perfettamente ad evocare sensazioni e situazioni dell’epoca. Inoltre non poteva fare scelta più azzeccata per quanto riguarda il protagonista, un uomo abbastanza misterioso, che mi ha incuriosito parecchio, e che mi ha lasciato tanti punti interrogativi in sospeso, ai quali non vedo l’ora di dare risposta leggendo il seguito.
Alessandra Ottaviano
La lettura di questo romanzo è stata piacevole.
La trama è ben articolata, la scrittura è scorrevole, dinamica e molto curata nelle descrizioni e soprattutto nella terminologia. La Venezia di fine ‘500 “labirinto di terra e acqua” non resta sullo sfondo, anzi è la protagonista del libro: ci si immerge con piacere nelle atmosfere dei suoi calli e ponti, minuziosamente descritti. Molto azzeccata è la scelta la scelta del titolo: la Serenissima è proprio un mosaico di culture diverse che hanno convissuto, di calli misteriosi, di storie e leggende da raccontare. Un vero e proprio mosaico di umanità diversa, composta da cortigiane, prelati, savi, avogradi, mercanti, corsari e lestofanti.
Ho avuto qualche difficoltà a districarmi tra i vari personaggi: sono tanti, a volte chiamati con soprannomi diversi; spesso, il loro intervento si racchiude in un’apparizione fugace per poi scomparire. Il protagonista, il capitano lusitano Cortes, cerca un riscatto, un modo di emergere dalla sua vita miserevole. Vittima di un intrigo di ampia portata, si ritrova a viaggiare tra Venezia e Spalato, pedina nelle mani dei potenti, rimanendo anche invischiato nel conflittuale rapporto con la “Sublime Porta”.
Bellissimo anche il personaggio della cortigiana Chiara Fracassa, donna bella quanto scaltra, innamorata di Cortes, e anch’essa alla ricerca di una vita migliore.
Il finale non è di quelli che lasciano intravedere un seguito ma si chiude un po’ bruscamente, lasciando nel lettore la buffa sensazione che manchino delle pagine. Quindi non mi resta che aspettare il seguito per scoprire la sorte che toccherà al protagonista.
Cinzia Cogni
“Mosaico” è un viaggio virtuale nella Venezia del XVI sec.,dove il lettore, attraverso i personaggi della storia, si ritrova a passeggiare fra i suoi monumenti e le calle, si muove fra gli antichi palazzi e le chiese, attraversa i ponti ed i canali e tutto pare così reale, che ne percepisce perfino gli odori di spezie e caffè.
Leggere “Mosaico” è stato come ritrovarsi nei quadri del Canaletto, quei paesaggi, quegli scorci che il pittore veneziano dipingeva nei minimi particolari, li ho ritrovati fra le pagine di questa storia, anche se di un periodo postumo. L’intreccio è formato da molteplici personaggi che “si muovono o sono mossi” come pedoni e Venezia è la scacchiera; qui, come nel gioco, i pezzi grossi mangiano i piccoli, hanno più potere e possibilità di fare ” scacco matto”!
Questa è solo la prima parte della storia, quindi è quasi impossibile ricomporre il mosaico che ha come protagonista Inacio Cortes e man mano coinvolgerà gli altri personaggi.
Il finale è volutamente sospeso per attirare l’attenzione del lettore, solitamente curioso e che non si lascerà scappare il seguito della storia, per avere delle risposte.
Giancarla Erba
Un bel romanzo, soprattutto per la descrizione particolareggiata di Venezia e la sua organizzazione sociale e politica. La storia è interessante, all’inizio un po’ faticosa ma poi prende ritmo. Mi è molto piaciuta la caratterizzazione del savio Florian, uomo in grado di risolvere qualsiasi problema possa danneggiare la sua Venezia, ma anche Cortès e Chiara Fracassa sono ben descritti. Corès è un filibustiere di quelli che però si è sempre disposti a perdonare, un po’ “ribelle gentile” per il quale si finisce a tifare nonostante le sue azione non siano mai troppo limpide; Chiara è una donna che sa perfettamente destreggiarsi tra le calli come tra i soloni che reggono le fila del piccolo stato e cerca in questo modo, di migliorare la sua posizione. Forse i personaggi sono un po’ troppi e non sempre si segue il filo con agilità ma nel complesso il racconto prende via via sempre di più, in compenso il linguaggio è eccellente, scorrevole, appropriato e mai noioso. Però come sempre capita quando si leggono romanzi facenti parte di una saga, la storia si interrompe e bisogna attendere o acquistare il prossimo libro per conoscere il prosieguo del racconto.
Luciana Morganti
Questo romanzo mi ha provocato reazioni contrastanti: la protagonista assoluta del libro, cioè Venezia, mi è piaciuta molto, ben descritta sia per i luoghi che per la storia e mi ha spinto a leggere molti approfondimenti.
Diversa è la parte riguardante il racconto: Scorre, la trama è buona e sicuramente alla fine di tutti i libri risulterà un buon romanzo, ma trovo arduo giudicare solo dal primo. Per ora non ci sono protagonisti veri, tanti personaggi che mi hanno ispirato poche emozioni sia in positivo che in negativo. Nemmeno il portoghese, che compare sempre, mi è piaciuto particolarmente, è sempre stato sballottato qua e là, in balìa di eventi e persone più forti di lui e non ne ho capito la personalità vera. Probabilmente dipende dal fatto che non è un libro unico, (e devo ammettere che qui sono prevenuta, non amo proprio i libri a puntate) troppi fili rimangono da annodare e, quando sono giunta alla fine ho solo visto un enorme punto interrogativo.
Alice Croce Ortega
Il romanzo non mi è dispiaciuto affatto, è ricco, fitto di affascinanti aneddoti e dettagli storici, i personaggi ben assortiti ma risente un po’ a mio parere del background da giocatore di ruolo dell’autore: manca un po’ di fluidità tra i vari cambi di personaggi e di contesto, e mentre all’inizio c’è un bel ritmo scandito da numerosi colpi di scena, nella seconda parte quando i pezzi sono ormai tutti sul tavolo da gioco il ritmo cala un po’ troppo. Inoltre la prosa è un po’ incerta, un po’ troppe ripetizioni ad esempio, ma credo che siano tutti elementi su cui è possibile lavorare per valorizzare questo modo originale di raccontare che credo abbia grandi potenzialità, per di più sullo sfondo di quel meraviglioso scenario che l’autore si è scelto.
Stefania Scaramucci
Libro, ben scritto, con ottime descrizioni di Venezia, che trasportano il lettore direttamente tra le calli e i canali . Moltissimi gli spunti e i riferimenti storici inseriti nella trama, che sono sicuramente per il lettore un arricchimento culturale; tanti i personaggi, alcuni forse presenti per troppo poco tempo per apprezzarli appieno, e tutti molto particolari, non ci sono eroi e cattivi, ma tutte persone molto umane, con i loro pregi e difetti, costrette spesso nelle loro scelte non troppo conformi alla moralità, dalle circostanze.
Sulla trama non riesco a pronunciarmi appieno, in quanto resta aperta chiaramente ad un seguito, posso solo dire che finora è stata avvincente , in attesa dell’ uscita del proseguo; chiudo con una citazione, che rappresenta per me perfettamente lo spirito di questo libro: «Venezia è così, fatevelo dire da chi la conosce da sempre. Lo imparerete presto. È come un mosaico dove ogni tessera serve per tenere incollata l’altra. Prese per sé, sono poche le tessere che non siano brutte alla vista, che non sembrino sgradevoli o il cui senso non è chiaro: ma se tutto ricade secondo un disegno, ognuna di loro acquista scopo nel tutto. Cortés, voi siete una tessera, e neppure nobile. Da solo non siete nulla”
Mariagrazia Dicarlo
Mi è piaciuto molto, mi sono piaciute molto le descrizioni… soprattutto della città… mi è sembrato essere lì, in una Venezia che non ho mai visitato realmente. Come personaggi, mi sono piaciuti molto i personaggi femminili, anche se poco presenti, mi sono apparse molto forti, nonostante le loro fragilità. Nel complesso, i personaggi mi sono parsi come i tasselli, che si incastrano l’uno con l’altro nel “mosaico” che è la storia, intesa come racconto, trama. Mi piace il modo di raccontare di Marco De Luca perché è molto scorrevole e fluido, e offre tanti spunti di approfondimento.
Maria Marques
Personaggi come tessere che giocano, si scambiano i ruoli, cercano accordi, incastri improbabili su una scacchiera, affascinante come la Venezia del XVI secolo ritratta al culmine del suo splendore ed aperta verso il magico oriente. Un titolo perfetto per questo libro. La descrizione di Venezia dai bassifondi sino alle dimore più signorili, è molto accurata, sembra veramente di entrare nelle bettole malfamate o negli uffici del potere, aggirandoci per le calli, guardandosi le spalle furtivamente perché non si sa mai chi potrebbe nascondersi nel buio. Di tutte le tessere del mosaico ,due si incastrano alla perfezione e sono una coppia di personaggi disassortiti, ma che comunque trovano un punto di incontro, il protagonista ed una cortigiana. Una coppia di persone abili a destreggiarsi in ogni situazione, ma anche gli altri personaggi non sono da meno. Tutti tessono intrighi mossi dall’avidità, ingaggiano assassini, ruotano ,danzano, sconvolgono trame e scompaiono nelle acque di una Venezia che diventa torbida e coperta dalla nebbia che cela oscuri segreti. Un bel libro, scritto in modo accurato ed elegante. Evidente la minuziosa ricerca storica sottesa alla trama che rende la lettura ricca di spunti ed approfondimenti.
Roberto Orsi
Un esordio con il botto per l’autore Marco De Luca. “Giocare” con la Venezia del tempo passato sicuramente aiuta, per chi vuole colpire un lettore amante della storia. Ma bisogna anche saperlo fare. E l’autore ci riesce benissimo. Le atmosfere ricreate dalle sue parole sono quasi magiche, Venezia rivive tra le pagine del libro, tra mercati e mercanti, traffici e trattative, capitani e marinai, tradimenti e doppio gioco. I personaggi sono ben caratterizzati, alcuni decisamente interessanti. Inacio Cortes, il protagonista, sfortunato nelle sue peripezie, “burattinato” e mosso proprio come un pedone su una scacchiera spesso più grande anche della sua immaginazione. Finale aperto, secondo episodio che sta per decollare, la curiosità è davvero tanta.
Fabiana Farina
Libro ben scritto, della lettura scorrevole, ricco di particolari nella descrizione della Venezia del XVI secolo, mai noioso, dove compaiono moltissimi personaggi che con maestria si muovono sulla scacchiera come pedine. Alcuni di questi hanno un carattere ben delineato come Cortés o il savio Florián o Francesca Fracassa, mentre il resto dei personaggi rimane un po’ nell’ombra.
All’inizio l’ho trovato un tantino confusionario, ma man mano che si addentra nella trama diventa molto più fluido.
Il fatto che abbia un finale aperto non mi disturba, anzi mi invoglia a continuare con la lettura del secondo volume. In sintesi, a me è piaciuto…bravo Marco
Diana Stella
Libro ricco di Storia, di dettagli , curiosità , di personaggi realmente esistiti perfettamente amalgamati con quelli “inventati” e di atmosfere ottimamente descritte. E a proposito di personaggi “inventati” per alcuni di loro avrei voluto un maggior approfondimento del loro passato per dare maggior spessore alle loro azioni/comportamenti
Scrittura scorrevole e semplice, senza mai scadere nel banale. Finale eccessivamente aperto, quasi troncato, tant’è vero che per un attimo ho pensato mancassero delle pagine…
In conclusione un bel libro che ti lascia il desiderio di sapere … come va a finire!
Antonella Giansante
È stata una lettura molto gradevole. Belle descrizioni. Complimenti all’autore.
Mariagrazia Pazzaglia
Romanzo bello e affascinante con personaggi interessanti provenienti da diverse origini e ceti sociali. La storia è avvincente e si desidera proprio immergersi in quell’epoca storica grazie alle descrizioni minuziose dell’atmosfera di quel periodo. Lasciando diversi punti interrogativi, nasce naturale la curiosità di conoscere il seguito degli intrighi che si trovano all’interno del romanzo.
Eliana Corrado
Marco De Luca e il suo “Mosaico” mi hanno piacevolmente colpita.
L’autore non ha nulla dell’esordiente: narratore capace di creare una trama intricata quel giusto che basta a far sì che il lettore si appassioni alla storia, ha la capacità di mantenere lineare la narrazione. In “Mosaico” ci si trova catapultati in una Venezia di fine Cinquecento che vive e in cui il lettore vive coi suoi protagonisti, diventando egli stesso uno di loro, camminando per le sue calli. Venezia è protagonista insieme a Cortès di una storia che va oltre i confini della Laguna, trasportati su vascelli, in mezzo ai mercanti e ai loro traffici. Mai copertina fu più indovinata per questo libro: tutti i personaggi sono pezzi di una scacchiera, e come quelli ci sono coloro che hanno maggiori libertà di movimento, e quelli che possono invece muoversi poco, avanzare di una sola casella alla volta, chi ha bisogno della protezione di altri, chi sta in prima fila e chi nelle retrovie, a protezione di altri, ma tutti, consapevolmente o inconsapevolmente, sono mossi da una mano solo in apparenza invisibile. E la scacchiera è lei, nemmeno a dirlo: Venezia! La città, che da sempre ammalia e rapisce, diventa in questo libro la pedana, il motore, il palcoscenico e il dietro le quinte, di una storia dove tutto funziona, tutto torna (anche se a volte si ha la sensazione come di sospensione), il ritmo e la storia sono così coinvolgenti che non si molla il libro finché non lo si è finito.
Insomma, Marco De Luca ha tutte le carte in regola per regalarci altre belle storie e buoni libri. E se questa è solo la prima… io lo seguirò di sicuro.
Mariagrazia Veneroni
Bel libro, scritto con scorrevolezza da mano esperta. Mi ha fatto entrare nell’atmosfera della storia e di Venezia con calma e garbo. Mi ha tenuta sempre attenta al racconto con curiosità. Bene, sono pronta per il prossimo!
Paola Nevola
Questo romanzo storico ambientato a Venezia a fine ‘500 è stato una vera sorpresa. Letto in un fiato, mi ha trasportato in un mondo magico che è quello della Serenissima, la vera protagonista; il suo splendore viene raccontato con descrizioni accurate e ci si immerge tra le calli, i canali, gli angoli nascosti e sconosciuti , stupendi palazzi e monumenti.
Su questa incredibile scacchiera si muovono le pedine “…e non vi preoccupate se vi sentite una pedina, tutti noi dobbiamo rispondere a qualcun’altro”: avidi mercanti, politici manipolatori, uomini senza scrupoli e mercenari, cortigiane e donne di “malaffare” che celano una sofferenza nella loro spregiudicatezza e che tentano in ogni modo di riscattarsi. E poi il portoghese Cortès antieroe un po canaglia che si mantiene a galla tra pericoli e intrighi di cui è vittima suo malgrado, con lui insieme ad indimenticabili personaggi ci muoviamo nel precario equilibrio tra la Serenissima e l’Oriente.
Le descrizioni dei luoghi, i protagonisti, la terminologia e i dialoghi si fondono come tessere di un mosaico in una narrazione avvincente, in una partita che riserva colpi di scena fino al finale che prevede un seguito, che a mio avviso però lascia il lettore con molti interrogativi e al contempo con un gran desiderio di scoprire come andrà a finire.
Fabiola Màdaro
Una partita a scacchi! Niente di più azzeccato per descrivere questo romanzo! Ogni personaggio viene descritto magnificamente, quasi a poterne vedere il volto, a poterne sentire l’odore. E viene manovrato con precisione con mosse che sembrano scontate, ma scontate non sono. Una Venezia descritta così bene, così intensamente, che sembra di averla conosciuta e vissuta pur non essendoci mai stata. Mi sono sentita trascinata dalle vicende e dai protagonisti, e ora mi spiace sia finito. Tra tutti mi ha colpito maggiormente Inés, la sua storia ricca di mistero e quell’odio profondo che sua madre nutre nei suoi confronti mi ha disarmato, mi ha fatto pensare che un personaggio così deve avere ancora molto da raccontare…e per fortuna non mi sbagliavo 😊
Tiziana Magnanti
Bel romanzo, coinvolgente e che lascia aperta la strada per approfondire i vari personaggi ( adoro i romanzi “a puntate”). Mi è piaciuta molto l’atmosfera che ti porta ad essere protagonista della storia e soprattutto della città di Venezia.
Debora Serrentino
La storia è molto bella e avvincente, documentata benissimo e ricca di informazioni storiche che impreziosiscono la narrazione e trasportano il lettore nel libro. Belli anche i personaggi: curiosa, ma riuscita, la scelta di un protagonista molto anti-eroe, quasi un Don Abbondio che suo malgrado subisce gli avvenimenti e si adegua alle situazioni. Le vere eroine sono le due donne, Inès e Chiara, che condividono il percorso di Cortès, ma a differenza del protagonista, lottano per essere padrone del proprio destino e rifiutano il ruolo delle vittime. Nel complesso il libro è davvero bello e si legge in un soffio; non vedo l’ora di leggere le prossime avventure di Cortès e gli altri.
Nella Vulcano
Il Mosaico per il linguaggio utilizzato e per i dialoghi tra i vari protagonisti ricorda un’opera teatrale, in cui lo scenario è quello della Serenissima, avvolta tra le sete e le spezie del suo commercio oltremare e minacciata dall’impero Ottomano. In un’eterna spirale in cui l’ignaro marionettista, nel teatrino che è la vita, segue il repertorio di chi per lui muove i fili dall’alto in un’interpretazione di ruoli assegnati e mai decisi. Mossi da fili invisibili anche i rispettabili del Consiglio dei Dieci, l’asse centrale della politica veneziana e infine stessa sorte spetta a chi esercita il potere esecutivo. In questo scenario si accetta il protagonista, il lusitano, che per qualche misterioso motivo sembra l’unico a trarre vantaggio e ricchezze dalle varie traversie. Una pedina agiata ma pur sempre una pedina. Più risolutive sono le figure femminili, che tra frivolezze, fruscii di seta, inebrianti fragranze profumate o inusuali veleni anti lupi mannari denotano una maggiore volitività, registe e non semplici attrici della loro vita.